
Nato nel 1982, Yari Bernasconi esordisce con il poemetto «Lettera da Dejevo». Con «Nuovi giorni di polvere» si aggiudica il Premio Terra nova della Fondazione Schiller. Nel 2021, con Andrea Fazioli, ha inoltre pubblicato «A Zurigo, sulla luna».

C’è qualcosa di cocciutamente cupo e di cocciutamente speranzoso in questo nuovo libro di Yari Bernasconi, che si è aggiudicato un Premio svizzero di letteratura. Le scene di vita quotidiana, i luoghi e i dialoghi rivelano l’inaspettato, confermando come quella che chiamiamo realtà sia un’illusione e come i punti di vista sulle cose esterne siano scivolosi e pronti a cambiare. Un libro maturo, con una prosodia solida accompagnata a una riflessione profonda sul tema del vuoto e del tempo che passa.
«Plaine Morte
Le sole tracce sulla neve sono le tue,
che cammini davanti a me immaginando
sentieri. Dietro a quella roccia adagiata
contro il cielo, fra vette ancora più alte,
c’è il ghiacciaio: ci aspetta senza saperlo,
con i suoi crolli e le sue pietre trasparenti.
Guardo i bastoni e le scarpe che vanno.
Mi accorgo dell’anno trascorso, le vite
accarezzate e poi perse, i ricordi
che restano e che pungono.
Ti seguo.
Siamo due punti di un bianco senza fondo.
I due brevi respiri di un immenso polmone.»
Lettura e discussione