
Davide Rigiani, nato a Lugano nel 1980, vive a Sarzana, in Liguria. «Il Tullio e l’eolao più stranissimo di tutto il Canton Ticino», il suo primo romanzo, ha ricevuto la Menzione speciale del Direttivo del Premio Calvino, il Premio Berto, ed finalista al Premio Campiello Junior.

Un esordio a metà strada fra Stefano Benni, Italo Calvino, Kurt Vonnegut e un fumetto: l’eolao è una sorta di bruco gigantesco (al plurale diventa eoleolaolai) che viene trovato dal Tullio, bambino che frequenta le elementari e vive nel Canton Ticino insieme alla sua bizzarra famiglia, i Ghiringhelli, una sera in giardino. Questo espediente sarà la miccia che farà prendere il via a una narrazione strampalata. Riusciamo a ridere di noi stessi e ad avere un’immagine della Svizzera insolita.
Il Tullio si sentì triste e pieno di problemi. Si vergognò subito della sua tristezza, e si sentì cattivo. Guardò l’eolao, e l’eolao lo guardò. Era l’eolao più stranissimo che si fosse mai visto. Ed era qualcosa di bello, a modo suo. In fondo il motivo per cui al Tullio piaceva tanto era lo stesso per cui non poteva proprio passare inosservato. Probabilmente il signor Ghiringhelli gli avrebbe detto che doveva esserne orgoglioso, anche se quando uno fa ancora la quinta elementare non è facile.
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